lunedì 12 maggio 2008

I primi cinquant’anni della Savio di Châtillon. Dal caffè alla vodka

Châtillon - “Fare impresa in Valle d’Aosta non è semplice - dice l’amministratore delegato, Marco Savio - e negli anni Novanta abbiamo valutato l’ipotesi di trasferirci nella zona di Parma, dove è più facile trovare professionalità specializzate”.
Dal caffè al génépi, dallo zucchero alla vodka. E’ questa la storia della Savio di Châtillon, ditta specializzata in distillati che oggi conta 20 dipendenti, 20 milioni di euro di fatturato, due sedi in Italia - una in media Valle e l’altra a Milano - una alle Canarie e una in Lettonia.
La ditta fondata da Paolino Savio il 1° maggio prossimo compie cinquant’anni da quando, nel 1958, veniva completata la prima tostatura di caffè. Solo nel 1966 inizia la produzione del tradizionale génépi.

Oggi, però, la torrefazione è marginale rispetto al resto della produzione - spiega l’amministratore delegato dell’azienda, Marco Savio - e nel 1998 abbiamo acquisito il contratto per la distribuzione delle vodke russe Moskovskaya e Stolichnaya. Questo ha permesso anche al nostro génépi di penetrare nella grande distribuzione, in circuiti come quelli di Carrefour, Coop, Metro”.

Mezzo secolo di attività nella nostra regione che però nasconde anche qualche aspetto amaro. “Fare impresa in Valle d’Aosta non è semplice - ci tiene a sottolineare l’ad Marco Savio - e negli anni Novanta abbiamo addirittura valutato l’ipotesi di trasferirci nella zona di Parma, dove la logistica e i costi di trasporto sono inferiori e dove è più facile trovare professionalità specializzate”. Il rischio di un trasferimento, infatti, si era presentato nel 1990 quando furono acquistati alcuni terreni edificabili a Saint-Vincent. “A progetti fatti - dice Savio - la Sovrintendenza bloccò la zona come probabile passaggio della strada delle Gallie. Da lì la decisione di trasferirci in Emila Romagna. Ma poi sono prevalsi i sentimenti e oggi siamo ancora in Valle”.

Fra le altre inziative, la Savio ha in programma il lancio di un nuovo prodotto. Un génépi messo in infusione pochi minuti dopo la raccolta della pianta in montagna: un procedimento che consente di conservare molti più aromi rispetto alla lavorazione normale.
da: aostasera.it

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