lunedì 1 ottobre 2007

Gocce di Grappa – l'Anag protagonista dell'evento

Colle di Val d'Elsa (SI) 1 ottobre 2007 – Si è conclusa con un'affluenza inaspettata di pubblico la IV° edizione di Gocce di Grappa a Colle di Val d'Elsa.
Grande successo di questa manifestazione organizzata dall'Anag (Assaggiatori di Grappa e Acquaviti), dal Comune e dalla Pro-Loco di Colle di Val d'Elsa (SI).
A differenza delle passate edizioni, grande successo ha riscontrato il banco d'assaggio dell'Anag con circa 70 prodotti tra Grappe a Acquaviti di ogni regione d'Italia e di più di 35 aziende che hanno voluto partecipare a questa manifestazione.
A disposizione dei visitatori, esperti Assaggiatori Anag e alcune Distillerie che hanno consigliato numerosi assaggi del Distillato Italiano per eccellenza, La Grappa.
Tanti gli assaggi e molti gli appassionati e addetti ai lavori che con il calice ufficiale Anag della manifestazione, hanno animato le giornate di sabato 29 e di domenica 30 partecipando numerosissimi alle degustazioni guidate dai relatori Anag e ai seminari collaterali alla manifestazione di abbinamento tra Grappa e Sigari con la collaborazione dell'associazione Amici del Toscano appositamente intervenuti.
Tantissime le tipologie di Grappa in degustazione, dalle più classiche Grappe Giovani di Chainti Classico e Nebbiolo da Barolo alle Aromatiche di Gewurztraminer e Moscato, dalle Affinate in botti di rovere alle Invecchiate in barrique di ciliegio e botti da Madeira fino ad arrivare alle Torbate.
Una manifestazione che ogni anno regala grandi soddisfazioni agli organizzatori e aumenta di pubblico interessato e sempre più attento ai prodotti di qualità ed ai loro abbinamenti.

lunedì 25 giugno 2007

Domenis presenta Storica Nera d’Uve a 50°

Storica Nera d’Uve a 50° è un distillato esclusivo dedicato ai palati più esigenti, a coloro che in una degustazione ricercano il top e che amano spingersi in esperienze nuove e assolutamente inedite.

Distilleria Domenis presenta la celebrata ed apprezzata Storica Nera in versione acquavite d’uve. Un prodotto unico nel suo genere frutto della sinergia tra tradizione e continua ricerca all’innovazione (che da sempre contraddistingue i distillati di Domenis) e risultato della centenaria abilità nella conduzione degli alambicchi dell’azienda di Cividale.

Storica Nera d’Uve a 50° è un distillato esclusivo dedicato ai palati più esigenti, a coloro che in una degustazione ricercano il top e che amano spingersi in esperienze nuove e assolutamente inedite. Sorpresa, incanto dei sensi, Domenis dedica questa incomparabile acquavite agli amanti di degustazioni di qualità, a chi si lascia guidare dalla rinomata abilità dei Mastri Distillatori di Domenis e si affida alla millenaria tradizione di un territorio votato alla produzione vitivinicola.

Storica Nera d’Uve a 50° di Distilleria Domenis (proveniente dai vitigni del Merlot, Cabernet e Refosco) è un’acquavite che, pur esprimendo forza e carattere, sorprende il palato con la sua inaspettata e inimitabile morbidezza e la delicatezza della sua fragranza.

Per la qualità del prodotto e la ricchezza di contenuti, il canale distributivo di riferimento è l’alta e l’altissima ristorazione e la mescita specializzata.

Distillato d'Uva Chardonnay di Borghi

Per presentare il proprio Distillato d'Uva Chardonnay, Borghi ha scelto una confezione molto elegante. In questo modo si è voluto sottolineare il prestigio di questo prodotto, ottenuto dalla rigorosa selezione di uve dell'omonimo vitigno, curate con amore e con passione fino a perfetta maturazione. Dopo la vendemmia e la pigiatura, il mosto è stato immesso all'interno di speciali alambicchi che permettono di distillare a bassa temperatura. Grazie a questo particolare accorgimento e alla bravura di provetti maestri distillatori, i profumi e gli aromi dell'uva si esaltano in questo distillato di rara eleganza e finezza.
da: agricanto.com

lunedì 14 maggio 2007

ETICHETTATURA DELLA GRAPPA di Filippo Giovannelli©

L’etichettatura della Grappa e delle Acquaviti d’uva è regolamentata da due norme che sono poi di riferimento a tutta la produzione dei distillati italiani provenienti dall’uva.

Regolamento CEE 1576/89
DPR 297/97

Come primo approccio alla ricerca delle denominazioni dei prodotti, che di conseguenza vengono poi inseriti in etichetta sulle bottiglie, si fa riferimento alle grappe a denominazione geografica di cui al punto 6 dell’allegato II del regolamento (CEE) n. 1576/89 e che sono le seguenti:
Grappa di Barolo
Grappa piemontese o del Piemonte
Grappa lombarda o della Lombardia
Grappa trentina o del Trentino
Grappa friulano o del Friuli
Grappa veneta o del Veneto
Südtiroler Grappa/Grappa dell’Alto Adige.

Il regolamento CEE ormai vecchio di più di 15 anni ha riconosciuto solamente a questi territori la possibilità di avere la denominazione geografica. Ma non disperiamo..
Il Regolamento recante norme in materia di produzione e commercializzazione di acquaviti, grappa, brandy italiano e liquori. DPR 16 luglio 1997, n. 297 al Capo VI - Disposizioni comuni Art. 18. – Etichettatura; cita che la grappa e le acquaviti d’uva possono riportare nella denominazione di vendita il nome di un vitigno, ma con il riferimento a non più di due vitigni, il riferimento al nome di un vino DOC, DOCG e IGT, fino a fare riferimento al tipo d’alambicco.
La legge dà quindi la possibilità di indicare in etichetta il nome del vino DOC- DOCG-IGT- IGP di provenienza delle vinacce, (Esempio: di Chianti), al punto 5 dell'art.18, dà anche la possibilità di indicare riferimenti di zone geografiche (Esempio: del Chianti).
Pertanto le grappe si possono distinguere in:
a) grappe a denominazione geografica, di cui all'allegato II del regolamento (CEE) n. 1576/89;
b) grappe ottenute da materie prime provenienti dalla produzione di vini DOCG, DOC e IGT;
c) grappe a indicazione geografica;
d) grappe di monovitigno.

Le grappe a denominazione geografica sono ottenute nelle zone geografiche indicate nell'etichettatura. Salvo che per le operazioni d’imbottigliamento, che possono essere effettuate ovunque, tutte le altre operazioni devono essere effettuate nella zona di origine e le materie prime devono essere ottenute da uve prodotte e vinificate nella stessa zona.
La mancanza di uno di detti requisiti fa venire meno il diritto all'uso della denominazione geografica, ma non quella di grappa in quanto tale, senza nessuna specifica in etichetta che faccia riferimento a zone di produzione o a vitigni di provenienza.
Per quanto riguarda le grappe ad indicazione geografica si osserva che, nel rispetto del principio codificato nell'allegato II del regolamento comunitario numero 1576/89 (denominazioni geografiche regionali), non sono consentite altre denominazioni con riferimento regionale, salvo i casi in cui la grappa sia ottenuta da materie prime provenienti da vini DOCG, DOC e IGT regionali, quali ad esempio “grappa di Brunello di Montalcino” oppure “grappa di Pomino” oppure "grappa Toscana".
Le denominazioni ad ogni modo possono essere indicate in etichetta anche diverse da quelle previste specificatamente dalla normativa europea e precedentemente descritte, purché tali da non creare confusione con quelle previste dal decreto “Italiano” e da non indurre in errore il consumatore.
In dettaglio quindi, nell’etichettatura della grappa e delle acquaviti si deve fare riferimento alla gerarchia normativa. Nelle regioni e nelle zone di produzione dove sono presenti denominazioni specifiche, si applicano per prime quelle di livello comunitario, poi quelle nazionali.
Per questo la normativa vigente da ogni livello permette la denominazione in etichetta in modo molto ampio. Anche per le regioni che non hanno visto riconosciuto nel 1989 a livello comunitario una denominazione specifica, esiste la possibilità legale di denominare con le zone di produzione il prodotto, che per il marketing ha un notevole riscontro di visibilità. Certo è che non esiste un disciplinare di produzione per queste zone, obiettivo che si dovrebbe perseguire come è stato fatto per altre produzioni nazionali.

lunedì 7 maggio 2007

Crown Royal XR: Il Whisky per la regina

Una bottiglia elegantissima, commissionata per l'occasione, incisioni in oro da 24 carati ed un contenuto davvero pregevole e molto raro. Crown Royal, in onore della visita al Kentucky Derby della regina Elisabetta II, ha realizzato un whisky davvero unico, il Crown Royal XR. Una riserva di "lusso", dal numero limitatissimo di bottiglie che conserva la tradizione di un whisky storicamente realizzato per le grandi occasioni. Il Crown Royal XR non sarà messo in vendita ma dei "rumors" suggeriscono una valutazione che si attesterebbe intorno ai 10,000 dollari a bottiglia, circa, 7.300 euro.

Tequila Pàtron, la tequila 100% agave azzurra più venduta nel mondo

Nel film "Nel centro del mirino" Clint Eastwood non sorseggia altro. Tequila Pàtron, la tequila 100% agave azzurra più venduta nel mondo. Semplicemente perfetta, così la definisce chi la produce. E non è certo un peccato di immodestia o di presunzione, visto i dati di vendita. Ora, dopo aver conquistato il mercato statunitense, la The Patron Spirtis Company punta all'Europa e all'Italia.
Tutte le fasi della produzione di questo distillato esclusivo, dalla raccolta dell’agave azzurra sulle alture dello stato messicano di Jalisco, al secolare processo di distillazione, all’etichettatura, numerazione e controllo delle singole bottiglie, vengono eseguite con una meticolosità e una cura che sono possibili soltanto attraverso un procedimento manuale.
Il sapore vellutato e le varietà di retrogusti che caratterizzano la tequila Patrón derivano dall’impiego delle migliori piante di agave azzurra, la più pregiata al mondo per l’elevata qualità della componente zuccherina, particolarmente diffusa nei terreni fertili di origine vulcanica presenti nei pendii di questa regione del Messico.
Le piante di agave, che richiedono otto anni per raggiungere il giusto grado di maturazione e il livello di zucchero necessario per la produzione della tequila Patrón, vengono coltivate nei campi da un personale qualificato – gli jimadors – e trasportate, dopo il raccolto, fino alla distilleria della Hacienda del Patrón situata nella cittadina di Atotonilco.
I cuori delle piante di agave, detti pinas, vengono messi all’interno di piccoli forni in muratura. Attraverso questo metodo tradizionale di cottura (un processo abbandonato dalle distillerie industriali di tequila) per 72 ore viene eseguita la lenta tostatura di piccole quantità di agave. Quando l’agave è estratta dai forni, viene fatta macerare mediante l’antica tecnica Tahona: una grossa ruota di pietra schiaccia e spreme la polpa di agave.
A questo punto, il succo estratto viene lasciato fermentare all’interno di barili in legno di pino. Segue una doppia distillazione in alambicchi di rame a ciclo discontinuo che consente di mantenere inalterati nel distillato gli aromi delicati del frutto da cui provengono.
Ogni bottiglia di vetro soffiato è lucidata con cura, decorata con eleganti nastri colorati, dotata di un tappo in sughero naturale e numerata a mano. Insomma, quasi un'opera d'arte. In Italia viene distribuita dalla D&C, azienda emiliana che da oltre 50 anni importa prodotti food e beverage di alta qualità.
da: baccoetabacco.org

lunedì 23 aprile 2007

Audace e Collezione Grappa di Ruchè - Mazzetti d'Altavilla

Gusto
Audace e Collezione Grappa di Ruchè Mazzetti d'Altavilla premiati con l'Alambicco d'oro
I distillati sono stati ancora una volta riconosciuti dall'Anag
Medaglia d'oro ad Audace Mazzetti d'Altavilla e a Collezione Grappa di Ruchè Mazzetti d'Altavilla nell'ambito dell'Alambicco d'oro 2006, nella premiazione svoltasi nelle scorse settimane a Varese. I distillati sono stati scelti dopo un'attenta e scrupolosa analisi sensoriale, dall'Associazione Nazionale Assaggiatori di Grappa ed Acquaviti guidata dal presidente Silvano Facchinetti, in collaborazione con l'Istituto Nazionale Grappa e con il patrocinio della Camera di Commercio di Asti. Gli assaggi sono eseguiti da commissioni miste di assaggiatori provenienti da diverse regioni d'Italia e soprattutto i campioni sono rigorosamente anonimi: queste modalità fanno sì che l'Alambicco d'Oro debba essere considerato il massimo riconoscimento mondiale nell'ambito della grappa.
'Quello tra Mazzetti d'Altavilla e l'Alambicco d'Oro dell'Anag - spiega Claudia Mazzetti, responsabile marketing e comunicazione di Mazzetti d'Altavilla, nonché presidente dell'Associazione Donne della Grappa - è un feeling che si è consolidato nel corso degli anni. I due Alambicchi d'Oro ottenuti quest'anno rappresentano gli ultimi esempi di una lunga serie di prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti dalla nostra azienda. Riconoscimenti alla passione e all'impegno che ogni giorno profondiamo nell'arte della distillazione e al solido legame che da sempre abbiamo con il nostro Monferrato'.
Audace e Grappa di Ruchè Mazzetti d'Altavilla
Audace è un'acquavite d'uva che, dopo essere stata distillata a bagnomaria, da selezionati mosti d'uve piemontesi, viene invecchiata in botti di rovere sino a sviluppare un profilo sensoriale totalmente inaspettato. Il risultato è uno splendido bouquet con sentori fruttati e lignei.
La grappa di Ruchè della Collezione Mazzetti d'Altavilla è invece sinonimo di tradizione, un'armoniosa sintesi della biodiversità, delle peculiarità e dei sapori del Monferrato, da sempre culla delle migliori uve piemontesi.
da: luxgallery.it

giovedì 19 aprile 2007

Cocktail Martini con Diamanti

Martini con Diamanti al Ritz Carlton di Tokio.
Il "Diamond-Are-Forever Martini" è un cocktail da 16,000 dollari ( circa 13.000 €) e viene presentato con un diamante Bulgari da 1 carato. Una volta acquistato basterà recarsi in una qualsiasi boutique Bulgari per far sì che tale diamante venga incastonato, gratutitamente, in un anello da portare poi con sè. Un modo originale per promuovere una nuova apertura ed un drink davvero speciale.
Il luogo dove sipuò degustare questo meraviglioso cocktail si trova a Tokio ed è l'hotel Ritz Carlton. Situato nel grattacielo più alto della città, questo hotel da 248 stanze parte dal quarantacinquesimo piano della costruzione per arrivare fino in cima con una speciale sezione riservata a pochi ristretti. Nell'albergo è situata la suite presidenziale più costosa del Giappone, circa 20,000 dollari a notte per soggiornarvi.
da: deluxeblog.it

lunedì 16 aprile 2007

Duke Ellington Cognac

Il Duke Ellington Cognac è un liquore dal gusto extra vecchio, invecchiato di 25 anni, prodotto dalla casa francese Meukow. Ispirato al famoso compositore jazz, e alla sua musica senza tempo, il cognac è per ora in edizione limitata, a 150 dollari per una bottiglia da 750ml.

venerdì 13 aprile 2007

Tommy Bahama Rum

Da designer di moda che evoca chic e relax e lontane isole tropicali, Tommy Bahama presenta, per la primavera, i suoi rum.
Tommy Bahama White Sand e Tommy Bahama Golden Sun, uno chiaro e uno scuro, sono i due gusti del liquore proveniente dalle Barbados, che unisce melassa blackstrap e acqua filtrata naturalmente attraverso pietre di corallo, fermentato con lievito importato dalle regioni vinicole del Sud Africa.Il rum è invecchiato di almeno due anni in barili di quercia bianca americana, mentre il rum scuro è una miscela di rum invecchiata di un minimo di tre anni. I liquori sono inoltre proposti con il logo Tommy Bahama, con bottiglie dallo stile moderno e minimal.

LA VALUTAZIONE DI UN DISTILLATO di Filippo Giovannelli©

Come per altre tipologie di valutazione e degustazione di prodotti alimentari, ogni scuola adotta un proprio metodo che a priori lo si può e lo si deve analizzare a seconda dello scopo per cui esso viene utilizzato.
La valutazione di un distillato prevede un’analisi preventiva su come e su cosa valutare per dare un giudizio di positività o di negatività o rapportato ad una scala di valori che ci permette di collocarlo, a seconda del punteggio assegnato, in una posizione precisa. Alcuni metodi di valutazione sono specifici per formulare pareri, altri per compilare delle guide eno-gastronomiche, altri ancora solo per gli addetti ai lavori. Esistono strutture apposite che si preoccupano di studiare e ricercare, anche chimicamente, le caratteristiche organolettiche dei prodotti in modo di dare un giudizio “asettico”, intendendo con questo termine il meno influenzato possibile da agenti esterni. Questi metodi, anche di livello universitario e di ricerca pura, hanno il compito di conoscere a fondo e nel minimo dettaglio la materia e di essere da guida e da punto di partenza per altre metodologie di degustazione, che altre strutture di esperti, adotteranno nella descrizione e nella pubblicazione dei prodotti. Anche queste nuove metodologie possono essere opportunamente differenziate in modo da poter dare una valutazione oggettiva del prodotto, ma che si rapportano alla principale tipologia. Si potranno quindi differenziare analisi sui distillati di cereali, e sui distillati di vino fino a analizzare differentemente un prodotto di nicchia come la Grappa. Si potrà inoltre fare una differenziazione nell’analisi del prodotto da divulgare al consumatore; esso ha bisogno di chiarezza e non di termini o formule scientifiche. All’interno del "consumatore" troviamo inoltre varie tipologie di competenza e quindi si può ancor più differenziare l’analisi.
Si può presupporre che in analisi dettagliate si possano ricavare anche analisi più semplificate, ma non è sempre così. Un’analisi “grossolana” potrebbe ad esempio prevedere il giudizio esclusivo del gusto, perché quel consumatore chiede esplicitamente se il distillato è buono oppure no. Se il vostro mestiere è quello di consulente alla vendita potrebbe già essere sufficiente. Questo non presuppone che il consulente non sia preparato, ha solo applicato un metodo valutativo consono alla divulgazione sulla base di chi è il discente in quel momento, un’analisi, quindi, personalizzata.
Varie sono le associazioni o società che cercano di standardizzare le analisi sensoriali per unificare i prodotti sotto un unico “cappello”, altre al contrario lo fanno per differenziarsi loro stesse.
Vari metodi di valutazione possono essere appresi per poi riuscire a cogliere il meglio di essi, per poter essere un “giudice imparziale” e ligio al proprio dovere quando valuta con quel metodo. E’ sempre quindi molto importante che, nella istituzione e “costruzione” di un metodo di valutazione si abbia sempre ben chiaro l’obiettivo per cui lavoriamo, l’utente finale delle nostre analisi e dei nostri giudizi. La formazione del giudice diventa un punto fondamentale, e la più ampia formazione di numerose scuole di pensiero e di applicazione non induce in “confusione” ma rende più consapevole il professionista delle sensazioni che esso stesso prova.

giovedì 12 aprile 2007

Calvados Père Magloire

Le origini del Calvados, il distillato di sidro di mele tipico della Normandia, risalgono alla metà del XVI secolo. Un liquore molto particolare, che ben si adatta ad un accostamento con il sigaro.
Non a caso, un’azienda francese ha pensato bene di proporre sul mercato questa originale bottiglia, prodotta in maniera artigianale, che si caratterizza per l’incavo centrale, destinato ad ospitare proprio un cubano.
L’idea è venuta alla Père Magloire, distilleria fondata nel 1821, che ancora oggi produce il Calvados in modo tradizionale, pressando il succo delle mele, lasciandolo fermentare in modo naturale e distillandolo in un classico alambicco a ripassata.
Grazie alla naturalità ed all’eccellente qualità del prodotto, Père Magloire è diventata la prima marca di Calvados in Francia e in molti altri paesi europei.
In Italia viene distribuito dalla D&C, azienda emiliana di importazione di cibi e bevande.
da: baccoetabacco.org

Davidoff Sigari Diademas Finas

I sigari sono un "vizio" di gran classe e che necessita di ottimi intenditori per essere apprezzato fino in fondo. Questa volta vi presentiamo uno speciale prodotto firmato Davidoff.
Si tratta di una delle solite confezioni celebrative sulla cui confezione è riprodotta una foto di Zino Davidoff di fronte al suo negozio di Ginevra. Sul tabacco utilizzato Davidoff ha preferito mantenere un certo mistero ma secondo alcuni si tratterebbe di un mix di 5 tipi di tabacco diversi.
I sigari in questione hanno un "calibro" da 50, sono lunghi circa 17 centimetri e sono del formato "Perfecto". Una confezione da 10 di Diademas Finas sono disponibili presso lo store online di Davidoff a 220 dollari, 170 euro circa.
da: deluxeblog.it

Gurkha Black Dragon Cigar

Cinquecento sigari di altissima qualità, sicuramente tra i migliori attualmente in commercio. Fatti invecchiare per 12/15 anni per dargli quel sapore forte e speziato che li rende unici. Si tratta della collezzione "Black Dragon" di Gurka.
Questi sigari fatti a mano, utilizzando il miglior tabacco dominicano, camerunense e proveniente dal Cunnecticut, sono venduti in pregiatissime scatole, molto particolari e anch'esse realizzate a mano, costruite da abili artigiani indiani.
Sono disponibili sul mercato 5 di queste scatole, contenente, ognuna, 100 sigari e vendute a 115,000 dollari l'una, per una collezione di sigari davvero di grande valore che verrà sicuramente apprezzata da tutti gli amanti del tabacco.
da: deluxeblog.it

Sigari Camacho Triple Maduro

Tre varianti dai diversi sapori, tre blend di ben cinque tabacchi differenti, per un prodotto di eccellenza, apprezzato dagli amanti dei sigari.
Sono i sigari "Triple Maduro" prodotti dalla Camacho Cigars, molto particolari e prodotti in 300,000 esemplari per il momento, diverse anche le dimensioni a disposizione, con calibri che vanno dal 50 al 60, passando per il 54 ed il 56.
Un prodotto per veri intenditori, dedicato agli amanti del tabacco di qualità.
da: deluxeblog.it

mercoledì 11 aprile 2007

Brandy da 1 milione di dollari

Un Brandy estratto dai fiori di cocco, un liquore davvero particolare ed unico, in grado di offrire un sapore complesso ed interessante, ottimo per essere mixato all'interno di uno svariato numero di cocktail.
La distilleria W. M. Mendis & Co. Ltd., ha deciso di vendere la prima bottiglia di questo speciale prodotto al prezzo davvero incredibile di 1 milione di dollari. La bottiglia in questione sarà firmata e numerata dal proprietario della distilleria in persona, a garanzia della autenticità di un acquisto così notevole.
Al fortunato futuro proprietario di questa bottiglia sarà "offerto" un viaggio di lusso ed una scorta personale per andare a prendere e portare a destinazione il brandy.
da: deluxeblog.it

martedì 10 aprile 2007

"Diva" - Vodka da 540,000 sterline

Una vodka speciale, dalla qualità sopraffina e la bottiglia davvero preziosa. È "Diva" , la Vodka che viene dall'Inghilterra, venduta in confezioni molto originali, espressione di stile ed esclusività.
Le bottiglie sono caratterizzate da un design molto semplice e pulito, decorato però con speciali pietre preziose che possono essere scelte personalmente dal cliente.
La scelta influenzerà il prezzo del prodotto finale che, se si preferisce la vera esclusività di pietre davvero rare e stupende, può arrivare fino a 540,000 sterline. Diva è un prodotto speciale, ottimo per un regalo di un certo livello per una persona amante della vodka e delle bottiglie di un certo livello, un pezzo da collezione che può variare nel valore a seconda delle pietre utilizzate nella realizzazione.
da: deluxeblog.it

Hýlē - Bella Grappa!!

È valutata oltre i 29 mila euro.
Niente male per una grappa anche se chiamarla solo "grappa" è riduttivo.
Si tratta infatti di una collezione composta da 23 pezzi esclusivi che i Nonino, una delle più prestigiose famiglie italiane della distillazione, hanno creato dal 1984 a oggi in collaborazione con i più grandi maestri del vetro di tutto il mondo.
L’ultimo gioiello è stato presentato a Milano allo showroom Venini, l’azienda di Murano che ha realizzato il pezzo in vetro soffiato a mano volante, su disegno dell’architetto Luca Cendali.
Si chiama Hýlē e resterà esposta in via Montenapoleone 9 ancora per pochi giorni.
In questo oggetto prezioso è contenuto il distillato più pregiato (vendemmia 2004) della casa friulana, l’acquavite d’uva Cru monovitigno Picolit che i Nonino hanno denominato ÙE® , parola che nel loro dialetto significa uva.
La Collezione Nonino ÙE® Cru Monovitigno® Picolit si trova nei più prestigiosi Ristoranti ed Enoteche Italiane nel mondo.
da: deluxeblog.it

venerdì 6 aprile 2007

BERE IN MANIERA RESPONSABILE di Filippo Giovannelli©

Dal sito della European Spirits Organisation – CEPS, mi piace riportare alcuni aspetti che sono fondamentali per il corretto confrontarsi con le bevande alcoliche da parte di tutte le popolazioni del mondo. Il consumo di bevande alcoliche con moderazione ed in maniera responsabile ha pochi o nessun rischio per i bevitori, al contrario possono avere degli effetti benefici per la salute. Una consumazione irresponsabile delle bevande alcoliche può rivelarsi invece molto pericolosa, non solo per i consumatori ma anche per la società in generale. La CEPS e i suoi membri condannano severamente la consumazione irresponsabile delle bevande alcoliche e rivendicano e s’impegnano pienamente a rispettare le Regole comuni sulle comunicazioni dell’ “Forum Europeo per il bere responsabile".
La CEPS
è particolarmente preoccupata da:
La consumazione di alcol da parte dei minori
I Bar e i locali notturni
L’alcol al volante
La consumazione d’alcol da parte di soggetti cosiddetti vulnerabili (donne incinta, persone sotto certe cure farmacologiche, persone che esercitano professioni a rischio).
I membri della CEPS sostengono delle campagne e delle iniziative in favore di una consumazione d’alcol responsabile e sottolineano i pericoli dei comportamenti irresponsabili. Potete trovare una lista di queste iniziative su: http://www.efrd.org/main.html
E’ importante sottolineare che, quando parliamo di consumazione responsabile, sulle bevande spiritose, non si deve fare nessuna discriminazione. Il tenore alcolico degli spiriti è esattamente lo stesso che quello, per esempio, della birra o del vino. Il giusto potenziale di una moderata consumazione e l’eccesso di una consumazione irresponsabile vale per tutte le bevande alcoliche.
E’ molto difficile dare un ordine di idee di ciò che è una consumazione moderata (essa dipende da vari fattori tra i quali l’età, il peso, il sesso, etc..), ognuno può farsi i propri calcoli utilizzando i coefficienti di consumazione d’alcol che si possono trovare su :
http://portman-group.org.uk/alcohol/214.asp
Ecco altri siti internet dove si possono trovare informazioni sulla consumazione responsabile d’alcol:
www.efrd.org/main.html
www.icap.org
http://www.drinkaware.co.uk
http://www.efrd.org/
Condivido interamente i principi e la missione dell’European Spirits Organisation, altri siti internazionali citati nel presente articolo hanno dettagli maggiori e interessantissimi sui quali ognuno di noi dovrebbe soffermarsi e coscientemente apprendere e farne bagaglio culturale, sul quale basare la propria esistenza nei confronti dell’alcool. Il piacere di assaporare i profumi e i gusti dati dalle bevande alcoliche devono essere puri e non falsati dall’euforia del momento.

Collezione Grappa di Moscato Invecchiata - Distilleria Mazzetti d'Altavilla

La Collezione Grappa Moscato invecchiata di Mazzetti d'Altavilla, nasce dal famoso vitigno di Moscato di origine antiche, aromatico e piemontese per eccellenza, che soggiornando da un minimo di 12 a un massimo di 24 mesi in botti di Rovere d'Allier, acquista il tipico colore ambrato e i sentori lignei intensi e può denominarsi come "Grappa Invecchiata".
Questo distillato è uno dei vincitori del Grappa Tasting Award 2007, il premio dedicato alla grappa organizzato da Veronafiere in collaborazione con Centro Studi Assaggiatori in occasione del Vinitaly di quest'anno.


Collezione Grappa di Moscato Invecchiata - da: liberamente tratto da luxgallery.it

Hpnotiq

Hpnotiq, un liquore francese da poco arrivato anche in Italia, "in pochi anni è diventato fenomeno di costume e bevanda preferita delle star più famose".
Ipnotico potrebbe essere soprattutto se si fissa la bottiglia in cui traspare il colore assolutamente azzurro quasi brillante.
E' una miscela di vodka distillata tre volte di alta qualità, succhi di frutta tropicali naturali e un leggerissimo tocco di Fine Cognac.
Dal sapore fresco e leggero, colore acquamarina, il packaging pare elegante e sofisticato. Di 17 gradi alcolici ha avuto molto successo negli Stati uniti d'America ed è stato svoluppato da un imprenditore statunitense - Raphael Yakoby il suo nome - ed è apparso per la prima volta nei locali più trendy di New York nel 2001. In pochi anni pare sia divenuto il drink delle Celebrities Stelle e Strisce.
Hpnotiq può essere servito al naturale con tanto ghiaccio così come miscelato in una varietà di cocktail preparati con altri prodotti e superalcolici, buono nei frozen con una fetta di limone.
foto e contenuto: liberamente tratto da Luxgallery.it

Calvados Boulard - 40% vol (Grand Solage) 43% vol (Hors d'Age)

CALVADOS BOULARD
40% vol (Grand Solage)
43% vol (Hors d'Age)

La Boulard è stata la prima Società nel Calvados a integrare tutta la filiera produttiva: dalla produzione delle mele (di cui seleziona ben 120 varietà differenti), alla produzione del sidro base (100% del proprio fabbisogno), fino alla doppia distillazione del Calvados (100% A.O.C. Pays d'Auge, la denominazione più pregiata).

Per quanto riguarda la produzione della materia prima, la Boulard opera una rigorosa selezione fra quattro differenti famiglie di mele: le amare (che danno struttura, equilibrio e armonia), le dolci (ricche di zuccheri), le dolci-amare (che apportano i tannini) e le acidule (che arrecano freschezza). Tutte le mele devono provenire dalla regione Pays d'Auge, come pure all'interno dei confini della regione devono svolgersi la produzione del sidro base e il processo di doppia distillazione del Calvados.
L'invecchiamento del distillato, lento e meticoloso, viene ottenuto in fusti di quercia: i tannini del legno si uniscono gradualmente agli aromi fruttati del Calvados, producendo sfumature di colore sempre più ambrate con il trascorrere degli anni. L'arte di invecchiare le acquaviti è competenza del mastro distillatore: come un alchimista, egli procede a sapienti assemblaggi con l'obiettivo specifico di preservare nel tempo lo stile dei Calvados Boulard. Fondata nel 1825, la Boulard è giunta oggi alla quinta generazione familiare, ed è gestita con grande passione e con forte piglio innovativo da Vincent Boulard, l'attuale Managing Director.
Oggi la Boulard è la prima marca di Calvados A.O.C. Pays d'Auge sia in Francia sia sui mercati all'esportazione, ed è presente in oltre sessanta Paesi del mondo. I suoi celebri Calvados possono essere apprezzati lisci on the rocks o come ingredienti di prestigiosi cocktail e long drink, e possono inoltre completare egregiamente molte raffinate preparazioni gastronomiche.
- Calvados Boulard Grand Solage (3-5 anni. 40% vol) : di colore ambrato brillante, ha aromi fruttati con note di vaniglia, e ha un marcato gusto di mela, con un finale molto persistente;

- Calvados Boulard Hors d'Age (10-20 anni 43% vol): di colore ambrato intenso, al naso è potente, con ricordi di frutta esotica, e ha un meraviglioso gusto armonico ed equilibrato, di grandissima persistenza.
da: rinaldi.biz

giovedì 5 aprile 2007

Ron Santiago de Cuba Extra Añejo 25 anni

Il Ron Santiago de Cuba Extra Añejo 25 anni - 40% vol. è un Ron ligero, in opposizione ai distillati più pesanti di altre provenienze caraibiche. E' distillato con un metodo di distillazione, di invecchiamento e di miscela sviluppatosi a Cuba, e in particolare a Santiago de Cuba. Il Ron Santiago de Cuba è fabbricato, invecchiato e imbottigliato unicamente nella città di Santiago de Cuba, nella prima e più antica fabbrica di Ron cubano, risalente al 1862. L'invecchiamento è totalmente naturale al 100%, e viene effettuato in botti di rovere bianco selezionate e molto vecchie - alcune sono in uso da più di 70 anni. II calore e l'umidità dei Tropici accelerano naturalmente l'evaporazione dell'acool e la fusione con le sostanze legnose. Tutto il processo di produzione è scrupolosamente controllato dai maestri roneri, che sovrintendono alla fabbricazione delle aguardientes e alla loro mezcla, e che a Santiago de Cuba sono autentiche celebrità che si tramandano l'arte per la formulazione del Ron nei suoi vari assortimenti.
Il Ron Santiago de Cuba Extra Añejo 25 anni è stato creato per festeggiare il 490° anniversario della nascita della città di Santiago de Cuba (fondata da Diego Velazquez nella primavera del 1514). È il Ron della gamma a più lungo invecchiamento, ed è caratterizzato da una morbidezza di carattere senza eguali. Il suo packaging è impreziosito da una bottiglia dalla forma particolare: la stessa usata da Fidel Castro per i suoi omaggi ufficiali di Ron cubano alle autorità istituzionali e alle rappresentanze diplomatiche estere.
da: rinaldi.biz

Non solo vino, si beve anche la grappa

da: ifgonline.it
Non solo vino, si beve anche la grappa


Non di solo vino vive l’uomo. Ma anche di grappa. L’edizione di quest’anno del “Grappa & C Stratus Tasting”, la rassegna dedicata alla grappa all’interno di Vinitaly, ha registrato l’enorme successo del superalcolico italiano. Un successo per la grande presenza di aziende, anche straniere, ma soprattutto per la preferenza accordata alla grappa dal pubblico, non solo italiano. I dati relativi allo scorso anno evidenziano un crescente interesse verso il nostro prodotto anche da parte dei consumatori stranieri, persino in Gran Bretagna, dove la grappa sta erodendo fette di mercato, minoritarie sicuramente ma pur sempre interessanti, a whisky e rum, i due giganti mondiali del mercato dei superalcolici.
La grappa, acquavite italiana di bandiera, è infatti oggi uno dei pochissimi distillati che non subisce la flessione del mercato degli alcolici e che non risente delle turbolenze degli effetti-moda (come quelli che per esempio hanno influenzato il mercato delle vodke prima, delle vodke aromatizzate poi, e ancora quello dei whisky e oggi dei rum). Questo perché la grappa è un prodotto fortemente di nicchia: con circa quaranta milioni di bottiglie equivalenti essa rappresenta una quota di mercato molto minoritaria rispetto agli altri distillati che vantano produzioni di molte centinaia di milioni di pezzi, ma è soprattutto l’estrema territorialità della grappa che la pone su un piano diverso da quello della quasi totalità degli alcolici: derivata direttamente dalle vinacce, essa viene prodotta in tutto il Paese (mentre il cognac, per esempio, deriva solo da una regione estremamente circoscritta della Francia), acquistando così le straordinarie caratteristiche organolettiche di ogni vitigno da cui è distillata. La frammentazione e le piccole dimensioni dei produttori inoltre, se da una parte non consentono loro di affrontare individualmente il mercato con mezzi di comunicazione di massa, dall’altra offrono una varietà straordinaria di qualità, determinate dai diversi sistemi produttivi, spesso e volentieri studiati ad hoc e personalizzati dalle stesse famiglie, e spesso anche oggetto di interesse culturale e industriale. Che cos’è la grappa La grappa è un distillato italiano e del Canton Ticino prodotto da vinacce esclusivamente della regione di produzione; deriva dalla distillazione delle vinacce dopo la svinatura, e può avere un contenuto alcolico tra i 37,5% e circa 60% volumetrici, raggiunto aggiungendo acqua demineralizzata nella giusta percentuale al prodotto della distillazione. La qualità della grappa, come succede per il vino, dipende dal tipo e della qualità delle uve usate, ma anche dal tipo di impianto di distillazione e, ovviamente, dalle capacità tecniche del mastro distillatore. Le grappe classiche erano prodotte da vinacce miste, ma la grappa moderna si è affermata come fenomeno di mercato nel settore dei distillati di pregio dopo l’idea di produrre grappe di monovitigno (marchio registrato dalla famiglia Nonino), ovvero prodotte da un’unica tipologia di uva. La classificazione della grappa è molto articolata. Le etichette possono mettere in evidenza la denominazione geografica di origine, i vitigni, il tipo di alambicco e altri elementi ancora, determinando di volta in volta diverse categorie merceologiche del prodotto Alessandro Braga

martedì 3 aprile 2007

DEGUSTARE: UN COMPORTAMENTO ACQUISITO di Filippo Giovannelli©

Degustare, come bere, è un comportamento umano, che al pari di altri comportamenti, si apprende col tempo.
Imparare a bere alcol si può associare all’ambiente in cui il soggetto è inserito.
In modo eclatante, i giovani adolescenti imparano a bere alcol insieme agli amici nei momenti di socializzazione; non molto raramente lo apprendono inoltre in famiglia.
I giovani iniziano ad apprendere dalla più tenera età, quando sono influenzati dai comportamenti familiari ed in particolare da quello dei genitori.
Quando evolvono verso l’adolescenza sono influenzati, appunto, dagli amici e dalla cultura nel più largo e ampio significato.
Moltissimi sono i fattori che influenzano la decisione di un giovane di consumare alcol.
La maggioranza dei giovani è suscettibile a fare l’esperienza di consumare alcol prima o poi, è quindi assolutamente preferibile che ai giovani possa essere insegnato, in sicurezza, come si consuma l’alcol piuttosto che lo facciano senza nessun sostegno e in condizioni più rischiose.
Nella fase di maturazione dell’individuo i giovani sono più facilmente impressionabili e influenzabili. Questa influenza può avvenire in diversi modi; dagli amici, dalla famiglia, a scuola, dalla religione e dai media in generale. Una comprensione corretta dei principi e dei messaggi dati dai fattori influenzanti, precorrono la scelta corretta o non corretta dell’avvicinamento all’alcol da parte degli individui.
Un aspetto importante da tenere in considerazione è quello di fornire i mezzi ai giovani per poter prendere delle buone decisioni, comprese quelle di sapere se, quando e come si può bere. I genitori ad esempio hanno una forte influenza sui propri figli ed in particolare in età scolare, se ben condotta continuerà anche nel futuro.
In numerosi paesi una percentuale significativa dei giovani comincia a bere alla fine dell’adolescenza. In questa classe d’età, incidenti e ferite sono una causa importante di mortalità. Sia nell’ambito familiare come negli ambienti educativi più formali, esistono numerose opportunità per insegnare come bisogna bere in modo legalmente e culturalmente accettabile.
Una delle priorità del International Center for Alcohol Policies (ICAP) è la comprensione e la promozione di uno stile di vita responsabile. In quest’ottica l’ICAP è interessato a conoscere come e cosa incoraggia i giovani a bere o a non bere. Numerosi studi ed iniziative promosse dal centro contribuiscono e saranno incentrate sul ruolo di guida e di educazione al consumo responsabile da parte dei giovani in particolare.
L’alcol non deve essere un problema, diffondere una cultura del bere responsabile ha un ruolo fondamentale da parte di tutti gli interessati e di tutti i professionisti, produttori e divulgatori. Ogni passo avanti da parte di tutti i soggetti interessati all’argomento può portare ad evitare ogni abuso e a prediligere il gusto e il piacere di bere. Degustare ogni bevanda alcolica con piacere, può divenire momento di socializzazione, di aggregazione e convivialità.
Tutto questo si può imparare.

mercoledì 28 marzo 2007

Macallan Fine and Rare Collection del 1926

Parliamo spesso di vino pregiato, a cui siamo naturalmente legati data l'ottima produzione italiana, ma dando uno sguardo al mondo dei super alcolici, quali sono i più costosi e pregiati?
Natuaralmente, come per il vino e forse anche di più, si tratta di una risposta articolata, vista la mole di prodotti, le varie differenze ed i diversi punti di vista degli appassionati. Riferendoci ai whiskey siamo in grado di darvi una buona "dritta".
Se vi capita di passeggiare per le strade di New York vale la pena di fermarsi presso la Old Homestead Steakhouse dove potrette provare un Macallan Fine and Rare Collection del 1926. Un whiskey con diversi anni sulle spalle, una bottiglia da collezione dal valore di 38,000 dollari, un goccio di questo whiskey storico viene fatto pagare anche 3,000 dollari.
da: deluxeblog.it

lunedì 26 marzo 2007

“Vinitaly Grappa Tasting Award 2007”

Sono stati assegnati i “Vinitaly Grappa Tasting Award 2007”, il premio organizzato da Veronafiere, in collaborazione con Centro Studi Assaggiatori di Brescia, l’unità di ricerca sull’analisi sensoriale più avanzata e completa in Italia.
Queste le aziende che hanno trionfato, con l’indicazione della grappa premiata:
- Distilleria Beccaris Elio di Beccaris Carlo e C. - Grappa di Barbera - Metodo Solera fusto ciliegio
- Distilleria Bonollo Umberto - Bonollo Grappa of Amarone Barrique
- Distilleria Bottega - Grappa Vendemmia Tardiva
- Distilleria Fedrizzi - Grappa di Teroldego
- Distilleria Magnoberta - Casa Luparia - Grappa di Moscato
- Distilleria Marzadro - Grappa “Le Diciotto Lune”
- Distilleria Pilzer - Grappa invecchiata
- Distilleria S.Teresa dei Fratelli Marolo - Grappa di Moscato Apres
- Distilleria Sibona - Grappa Botti da Porto
- Distilleria Zanin - Grappa Stravecchia 20 anni Monte Sabotino
- Distillerie Cavalin di Cavalin Valerio & C. - Grappa “In” di Amarone Barrique
- Distillerie Francoli - Grappa Luigi Francoli Cru di Moscato affinata in Barrique
- Giori Distillati Trentini - Adagio - Grappa invecchiata oltre 15 anni
- Liquori Zamperoni - Grappa di Pinot nero affinata in barrique
- Maschio Beniamino - Grappa Brentè Riserva
- Mazzetti d’Altavilla - Collezione Grappa di Moscato Invecchiata
- Miotto 1889 - Distilleria e Vitivinicola di Valdobbiadene - Grappa di Prosecco New M
- Pmp Produzioni Pallua Marco - Grappa alle Olive “Olivetto” del Lago di Garda
- Roner Spa - Distillerie - Grappa Gewürztraminer
- Segnana Fratelli Lunelli - Grappa Solera

La premiazione ufficiale il 31 marzo a Vinitaly (e, al termine, via all’anno accademico dell’International Academy of Sensory Analysis).

mercoledì 21 marzo 2007

Louis XIII Black Pearl Cognac

Rémy Martin è rinomato tra gli appassionati per la produzione di ottimi liquori, in particolare il famosissimo Louis XIII, un cognac venduto a circa 1,500 dollari a bottiglia.
Rémy Martin ha creato una versione molto speciale del suo noto Louis XIII, si tratta della versione Black Pearl. Realizzato in soli 786 esemplari, il Black Pearl sarà confezionato in una stupenda bottiglia realizzata in cristallo, argento e decorata in platino. Ognuna di queste bottiglie, vere e proprie realizzazioni di ottima maestria, sarà numerata.
Il Louis XIII Black Pearl sarà venduto a 8,000 dollari, ma per acquistarlo bisognerà ricevere un invito con un codice da utilizzare, poi, sul sito dedicato, per poi procedere con l'acquisto. Si tratta di un circuito molto ristretto, quindi, dedicato veramente a pochi fortunati estimatori, in grado di godere al meglio di questo prodotto davvero speciale.
da: deluxeblog.it

martedì 20 marzo 2007

GLI AROMI e I PROFUMI DELLA GRAPPA di Filippo Giovannelli©

La presenza di un forte grado alcolico nella Grappa, presuppone una formazione di base, che ben utilizzata riesce a far percepire al degustatore l’essenza più sublime delle sensazioni che questo “spirito” così italiano ci offre. Proprio perché le sensazioni che esso può donarci sono così molteplici e così piacevoli, esse richiedono inevitabilmente di una minima classificazione, per poter godere a pieno delle qualità intrinseche del prodotto ottenuto dalla distillazione della vinaccia.
Gli AROMI e i PROFUMI hanno origine da vari fattori e sono così classificati:

PRIMARI - Originati dall’aromaticità del vitigno. Tra i vitigni aromatici si annoverano il Moscato, la Malvasia, il Sauvignon, il Traminer ed altri, e quelli semiaromatici come ad esempio il Muller Thurgau. Nella vinificazione si terrà conto che da essi avremo un vino molto aromatico e di conseguenza una vinaccia, spesso vergine in quanto proveniente dalla vinificazione in bianco, con alto contenuto di profumi e aromaticità intensa. Nella distillazione della vinaccia fermentata di vitigni aromatici i profumi si esaltano e sono trasportati corposamente nella bevanda alcolica.
SECONDARI - Che si formano nella fase fermentativa delle vinacce. Dalla vinificazione in rosso si ottiene una materia prima che ha subito una fermentazione a contatto col vino e di conseguenza già “pronte” alla distillazione; in questa fase si formano aromi e profumi che in fase di distillazione passano anch’essi nello spirito.
TERZIARI - Essi si formano nella fase d’affinamento e/o invecchiamento del distillato. Le botti di legno conferiscono alla Grappa i caratteristici aromi e profumi, essi sono dovuti all’estrazione da parte dell’alcool delle sostanze in esso presenti. Possono essere utilizzati, per l’affinamento e l’invecchiamento della grappa, legni di varie essenze, a volte utilizzati in sequenza. Secondo le caratteristiche del legno offrono colore e profumi diversi di intensità e di qualità.



QUATERNARI - Caso a parte, in quanto essi sono il prodotto della aromatizzazione delle Grappe e delle Acquaviti. Le aromatizzazioni vengono effettuate macerando sostanze altamente aromatiche come ad esempio la Ruta, pianta erbacea dal grande profumo, o altri prodotti vegetali o frutti. Questa classificazione non necessariamente ha un ordine gerarchico stretto. Alcuni di questi saranno presenti nel prodotto solo se sono state praticate le tecniche di produzione ad essi riferite. Potremmo pertanto avere Grappe Giovani “Bianche” se non hanno subito processi di invecchiamento o di aromatizzazione; in esse troveremo soltanto Aromi Primari e Secondari. Grappe Affinate o Invecchiate, nelle quali troveremo anche gli aromi terziari, ma non i Quaternari. Sono frequenti produzioni di Grappe Aromatiche affinate e/o invecchiate nelle quali si amalgamano piacevolmente gli aromi primari con i terziari dell’invecchiamento, solitamente in botti di rovere, spesso già usate per l’affinamento del vino. Grappe Aromatizzate nelle quali, se non hanno subito un passaggio in legno, non troveremo gli aromi terziari. Eccezione potrebbe verificarsi quando l’aromatizzazione sia fatta con l’infusione di prodotti vegetali legnosi (es. liquirizia o vaniglia), ma solitamente non sono ne di grande importanza ne di forte percezione proprio per la quantità del prodotto infuso che, in genere, essendo di forte aromaticità, non viene utilizzato in grandi quantità. La vaniglia può, a degustazione cieca, creare qualche piccola indecisione.
La Grappa, come i distillati in genere, si presta a variazioni di profumi e di aromi notevolissime. Il grado alcolico si presta ad estrazioni di caratteristiche particolari di ogni prodotto che venga messo in infusione. Del resto, alcuni prodotti superalcolici, si producono proprio per infusione. La maggiore soddisfazione si prova in ogni caso, quando ritroviamo nella Grappa la caratteristica della materia prima, La Vinaccia, considerata prodotto secondario della vinificazione, ma che ha al suo interno ancora molto da esprimere.

lunedì 19 marzo 2007

Wokka Saki Vodka

Una vodka davvero pregiata, riconosciuta come di qualità. La Wokka Saki Vodka è un prodotto davvero particolare ed originale. Si parte dalla commistione di due culture, quella russa, incarnata dalla Vodka, e quella giapponese, incarnata dal saké.
Per realizzare la Wokka Saki si parte con la micro distillazione a tre stadi per creare la base di vodka, un passaggio molto accurato, che consente di avere un distillato davvero molto fine.
Si procede poi con la miscelazione "a mano" con del saké di alta qualità importato direttamente dal Giappone, ottenendo così un prodotto originale e anche molto apprezzato. La Wokka Saki Vodka, infatti, ha ottenuto per 3 anni di fila il "Gold" o il "Duble Gold" presso la competizione di distillati che si tiene a San Francisco, la San Francisco International Spirits.
da:deluxeblog.it

Longmorn Whisky

Longmorn Whisky. Si tratta di un'etichetta nata nel lontano 1890 ma quest'anno, il marketing dell'azienda, ha deciso di ampliarne il mercato.
È un whisky invecchiato 16 anni che presenta un sapore molto fine e particolare. Dolce, fruttato, con punte di banana, spezie e miele, queste le sensazioni che questo Longmorn restituisce al palato. Un prodotto raffinato, anche nella presentazione e nei piccoli particolari.
La base della bottiglia è realizzata in pelle e sul collo della bottiglia compare un marchio particolare, realizzato in alluminio, con su incisa la "g" tipica del marchio. Un restyling della bottiglia, ideato in modo da attrarre un maggior numero di "bevitori di lusso", come li definisce la stessa azienda.
da:deluxeblog.it

Alexander Gorgeoux Grappa

Innauguro questa sezione con una grappa dalla bottiglia molto particolare, molto curata.
Premetto che queste sono informazioni recepite dalle varie fonti mediatiche, internet, giornali specializzati, trasmissioni televisive e direttamente dai produttori. Inoltre non sempre riesco a degustare o ad analizzare i prodotti contenuti all'interno di così lussuose etichette, quindi è opportuno acquistare tenendo conto della confezione ma anche del contenuto.
Questa che pubblico oggi è di una realizzazione firmata Alexander, una grappa di Prosecco confezionata in un contenitore dal design molto accattivante, semplice e lineare.
Un colore moderno ed una bottiglia che presenta, all'interno, un piccolo modellino di aereo realizzato in vetro, uno dei motivi per il quale la "Alexander Sky Bottle" è stata aggiunta al catalogo dei liquori venduti durante i voli da Lufthansa.
Un modo per distrarsi dal viaggio in aereo, contemplando la piacevole confezione, gustandone l'alcolico contenuto e subendone e diversi effetti.
da:deluxeblog.it


venerdì 16 marzo 2007

LA VINACCIA di Filippo Giovannelli©

La buccia, la polpa ed i vinaccioli, questa è la composizione dell’acino d’uva. Una volta che i grappoli d’uva vengono pigiati nelle apposite macchine diraspatrici e pigiatrici e quindi viene separato il liquido dalla parte solida, si ottiene il mosto.
E a questo punto è d’obbligo una distinzione, quella del sistema di vinificazione.
Vinificazione in bianco: Spremitura dell'uva, otteniamo mosto e delle parti solide che sono composte da buccia e vinaccioli (il raspo era già stato tolto dalla macchina diraspatrice).
La parte solida costituisce la Vinaccia vergine: si tratta di vinaccia non fermentata che è caratterizzata dal possedere zuccheri che a contatto con i lieviti, normalmente selezionati ed immessi all’interno, portano alla fermentazione alcolica, trasformazione degli zuccheri in alcol.
Essa viene di norma fatta fermentare in contenitori d’acciaio. La fermentazione necessita di un controllo preciso e costante, se ne controlla la velocità fermentativa che influisce moltissimo nella qualità finale della materia prima fermentata.
Vinificazione in rosso: Spremitura dell'uva, otteniamo mosto e delle parti solide che sono composte da buccia e vinaccioli (il raspo era già stato tolto dalla macchina diraspatrice).
La parte solida e la parte liquida vengono fatte fermentare insieme a contatto l’una con l’altra per ottenere il vino rosso, ciò costituisce la Vinaccia fermentata quando viene tolta dai tini di fermentazione e che contiene già la propria quantità di alcol formatosi all’interno dei tini di fermentazione insieme al mosto.
Questa tipologia di vinaccia fermentata può essere immessa nel processo di distillazione direttamente appena tolta dai tini di fermentazione del vino, essa ha già subito il processo di trasformazione degli zuccheri in alcol. Può anche essere conservata per brevi periodi con scrupolosi accorgimenti attenti alla non alterazione.

La vinaccia in percentuale:
100 Kg di uva si ricavano:
80-85Kg di mosto,
3-4Kg di raspi,
12-14Kg di vinaccia di cui 3-4Kg di vinaccioli.

Composizione chimica della vinaccia:
Per descrivere la composizione chimica della vinaccia si deve in premessa tenere conto che più di 300 sono i componenti descrivibili e riconoscibili, che sono superiori di numero a quelli che si ritrovano nel vino.
In un’ottima distillazione, la maggioranza dei componenti volatili passa nel distillato e di norma quelli che danno caratteristiche olfattive e gustative positive.
Non è comunque difficile trovare nei distillati anche componenti volatili di scarso valore.
I vari costituente volatili sono di numero e di qualità differenti a seconda di come la vinaccia è stata conservata. Durante questo periodo, più o meno lungo, si producono processi chimici e biologici che trasformano alcune tipologie di molecole presenti e ne creano di nuove dando luogo ad altri vari componenti. Nel complesso si possono distinguere in:
  • acqua;
  • alcoli: etilico, metilico, propilico, butilico, glicerina e altri alcoli superiori;
  • acidi: acidi organici
    • Volatili: acetico, butirrico, propionico, ecc.
    • Fissi: che non passano nella Grappa e restano all’interno della vinaccia esausta;
  • aldeidi: acetica, isovalerianica, propionica, butirrica ecc;
  • esteri: acetato di etile, lattato di etile, isobutirrato, caprilato, isovalerianato di etile, ecc;
  • componenti aromatici: provengono soprattutto da vitigni aromatici (moscato, traminer, ecc);
  • polifenoli: sono le sostanze coloranti dei vini rossi ( antociani ), dei vini bianchi ( flavoni ) e dai tannini, essi non passano nel distillato in quanto è incolore.
  • Altri componenti: proteine, cellulosa, pectine, sali minerali, residui di zuccheri.
La vinaccia esausta
La " vinaccia esausta " è ciò che rimane all’interno della caldaietta dopo la prima distillazione. Essa contiene oltre a tutta la parte solida, anche un piccolo residuo di alcol, quello che non è riuscito ad essere estratto dal processo chimico-meccanico.
Non ha una funzione specifica, nel suo complesso può essere usata come componente non esclusivo per la preparazione di mangime destinato all’alimentazione animale; oppure i vinaccioli possono essere utilizzati per produrre olio di semi di vinacciolo o ancora come combustibile insieme ai raspi per il riscaldamento. In passato veniva utilizzata anche come concime organico.
Cattiva conservazione delle vinacce
Si possono avere difetti e puzze all’interno del distillato anche se le vinacce vengono conservate in maniera errata. Buona norma di conservazione è quella di non far venire in contatto le vinacce con l’aria. Ottimo metodo il sottovuoto e comunque l’insilamento che è quello ancora più usato.
Si può verificare l’idrolisi delle pectine per via enzimatica che porta alla produzione di alcol metilico, tossico per l’uomo e regolamentato dalla legge come quantità massima all’1%.
Causa di alterazioni sono da ricercare nell’attacco della materia prima da parte di batteri. Ad esempio la trasformazione di alcol in acido acetico che essendo volatile lo ritroveremo all’interno della Grappa. Esso insieme ancora all’alcol etilico forma un estere, l’acetato di etile che ha una certa pungenza ed è facilmente riconoscibile dalla sensazione olfattiva assimilabile all’aceto.
Altri batteri danno vita ad acidi grassi come il butirrico attaccando direttamente l’acido tartarico presente in discrete quantità. Stesso procedimento quando attaccano l’acido malico che lo trasformano in acetico, butirrico e ad altri composti ammoniacali.
Alcuni tipi di lieviti poi, possono dare trasformazioni di zuccheri in alcuni composti in cui è presente zolfo conferendo odori sgradevoli di uova marce e solforosa.
Quanto vale?
Il giudizio sul valore economico della vinaccia si basa sulla sua composizione e sulla qualità valutata come materia prima e non sul risultato che se ne ottiene.
Dal punto di vista macroscopico la si può distinguere in presenza dei raspi o dei vinaccioli. Visto che di norma non si distilla vinaccia con raspi, maggiore considerazione viene data quando sono assenti. Viene conferita alla distilleria anche vinaccia senza raspi e senza vinaccioli, è della migliore qualità. E’ ormai noto che in fase di distillazione le parti legnose rilasciano componenti sgradevoli. Altro macrocomponente da valutare è il contenuto di umidità. Essa può essere maggiore o minore in base alla pressatura che ha avuto la vinaccia nel momento della vinificazione, più è stata pressata meno contenuto in alcol sarà presente.
Al momento dell’arrivo in distilleria si effettua anche una misurazione del grado zuccherino e del grado alcolico della materia prima. Questi parametri sono fondamentali per attribuire un valore economico congruo.

giovedì 8 marzo 2007

Il Brandy italiano ritorna ed è invecchiato

Da: ilsecoloxix.it
Il Brandy italiano ritorna ed è invecchiato
E' una lunga storia, legata alla tecnica della distillazione e alla produzione di "aqua vitae", di cui si ha traccia nelle tradizioni medievali della viticoltura ecclesiastica. Ma è a partire dal XVI secolo che è possibile documentare ricerche che conducono alla nascita del Brandy in Italia. Nel 1583 il Duca di Savoia accordò la prima licenza per la produzione di Brandy nel ducato, produzione che successivamente venne regolamentata e sviluppata. Nella prima metà dell'800, ad esempio, il "Cognac Viérge" prodotto in Italia da Benjamin Ingham e da Joseph Withaker era molto conosciuto: all'epoca il Brandy di qualità veniva ovunque chiamato Cognac, anche se la provenienza non era francese. Solo il poeta Gabriele D'Annunzio, agli inizi del secolo scorso, ebbe l'idea di coniare un termine che meglio si adattasse alle caratteristiche della bevanda: "arzente".
Nel 1956 il superalcolico più amato, all'epoca, dagli italiani, cambia nome e diventa Brandy. Nasce l'Istituto del Brandy Italiano che ne codifica alcune caratteristiche e monitora la produzione. Sono gli anni d'oro per questo prodotto, che un disciplinare molto elastico consente lasciar spaziare da una selezione di qualità a una produzione industriale (viene richiesto solo l'invecchiamento di almeno 12 mesi in legno di rovere, mentre per il Cognac francese si richiede un maggior numero di requisiti: un unico vitigno di provenienza, l'Ugni Blanc, la distillazione in alambicco Charentais, un invecchiamento minimo di due anni in rovere). Dalla metà degli anni '70 inizia il declino qualitativo e commerciale del prodotto, soppiantato dalle nuove mode (whisky, poi grappa e rum) e dalle diverse abitudini dei consumatori.
Da qualche tempo, tuttavia, alcuni produttori hanno deciso di riproporre il vecchio Brandy. «Si tratta di distillati di vino ottenuti da uve, come il Trebbiano, che hanno una bella acidità e poca tannicità», spiega Sergio Circella, che nella carta dei vini del suo ristorante ("La Brinca" di Né) propone tutti i Brandy della "nouvelle vague": da quello di Antinori, invecchiato per oltre sei anni, all"Arzente" di Jacopo Poli da Schiavon (Veneto), un distillato di Soave affinato 10 anni che ha le suggestioni di una grappa stravecchia, dal "Divino" di Pojer & Sandri da Faedo (Tn), un distillato che evoca sentori whisky, al Brandy Villa Zarri nella duplice versione "assemblaggio tradizionale" (invecchiato 10 anni) e "millesimato" (riserva 15 anni). Villa Zarri è l'unica casa che utilizza un alambicco Charentais. «E non a caso il suo Brandy è quello che più ricorda i distillati francesi», osserva Circella.
E proprio attorno a questo antico alambicco nasce la storia dell'azienda, creata nel 1989 da Guido Fini Zarri, figlio di Nello Fini, che nel 1950 orientò la società del suocero, Leonida Zarri, la Pilla di Castelmaggiore (Bo) verso il Brandy di qualità ottenendo con il marchio "Oro Pilla" uno straordinario successo ( 7 milioni di bottiglie nel '74), Nel 1988 la Pilla fu venduta alla Montenegro. Ma il giovane Guido, affiancato dalla moglie Alessandra, ha voluto ricominciare da capo. «Sono nato brandysta - spiega - e mi sono chiesto: perché non provare a fare un grande Brandy che possa competere con Cognac e Armagnac?». Dalla vendemmia Fini '86 ha iniziato a distillare Trebbiano di Romagna e Toscana con l'alambicco Charentais e nel '90, costituita la sua società, ha presentato la prima bottiglia di Brandy Villa Zarri, «un prodotto naturale, non conciato (come altri, con caramello che dà colore e morbidezza), affinato per un anno in barriques di Allier e del Limousin nuove, e quindi passato per almeno 10 anni in botti vecchie».

Una spruzzata di grappa come profumo d'autore

Da: ilsecoloxix.it
Una spruzzata di grappa come profumo d'autore
Se è vero che i vini e i liquori si assaggiano soprattutto con il naso, ecco che l'idea di trattare wines&spirits alla stregua di delicate acque di colonia o raffinate essenze trova una giustificazione.
Partendo da questa premessa, Stefano Bottega, uno dei più innovativi e creativi grappaioli italiani, ha ideato Grappa Spray, un distillato racchiuso in piccole bottiglie dotate di vaporizzatore, con lo scopo appunto di stimolare la sensibilità olfattiva di appassionati e neofiti. «Ben presto, però, ci siamo accorti che questo prodotto poteva avere un impiego molto più vasto - osserva Giovanni Savio, responsabile della comunicazione della Distilleria Bottega di Treviso - poche spruzzate di grappa su caffè, pasticcini, sigari, cioccolato, ostriche, gamberoni, risotti, e questi alimenti si arricchiscono di suggestioni stuzzicanti per l'olfatto e per il palato».
L'abbinamento si addice, ad esempio, a dolci come il pandoro e il panettone. Bottega suggerisce di scaldare prima per qualche minuto il pandoro vicino a una fonte di calore, per liberare la fragranza degli ingredienti, di ricoprirlo di zucchero vanigliato e di spruzzarlo quindi abbondantemente con la Grappa Spray. Nel caso del panettone è invece preferibile spruzzare il distillato direttamente sulle fette già tagliate. Grappa Spray è disponibile in tre versioni, tutte da 10 cl.:"Alexander Spray", una grappa di Moscato, "Primo assaggio Vaporizzato", che è un'acquavite di uva, e "Grappa Barricata Vaporizzata", una grappa di Merlot e Cabernet invecchiata in barrique (che si presta bene all'abbinamento con sigari cubani e toscani).
L'estetica della grappa, del resto, ha sempre avuto dei cultori. Primo fra tutti Romano Levi, che nella sua casa-distilleria di Neive (Cn) disegna e dipinge etichette che hanno fatto delle sue grappe oggetti da collezionismo. E a sottolineare la suggestione grappa-profumo hanno già pensato, un paio d'anni, i nuovi proprietari della Distilleria Dr. M. Montanaro di Gallo di Grinzane (Cn), che per confezionare il prezioso contenuto di una botte di Grappa di Bebbiolo del 1978, hanno ideato "Barolo", una bottiglia degna di uno Chanel n°5.

E se l'8 marzo si brindasse con la grappa?

Da: romaone.it
Cresce il consumo femminile del distillato made in Italy per eccellenza: le donne la vogliono fresca, aromatica e in confezione semplice. E così è nata anche la prima associazione 'Donne della grappa', che conta 300 socie.
Il distillato al 100 per cento made in Italy piace sempre più al gusto femminile, in particolare alle più giovani, trovando maggior spazio in salotto. E le donne-imprenditrici continuano a conquistare quote di un settore che era sempre stato appannaggio maschile.
Innovazioni in rosa che hanno cambiato il prodotto stesso: la grappa è ringiovanita, più morbida, più aromatica e con almeno dieci gradi in meno rispetto alla media di 15 anni fa. Fino a risultare cambiato il modo di percepire e di consumare il distillato di bandiera: da superalcolico corroborante per rudi solitari dal palato forte, a distillato bon ton con note floreali, di fascino romantico, di tradizione, e di conforto a fine pasto per consumi condivisi in relax con gli amici.
"Oggi la grappa viene ostentata - dice la produttrice Camilla Lunelli - in casa come al wine-bar perché il prodotto è più sano e di qualità, grazie alla distillazione discontinua che seleziona il cuore e scarta testa e code. E nel consumo il distillato ha saputo scalare i ceti sociali", fino a conquistare, secondo una recente indagine dell'associazione delle 'Donne della Grappa' che ha 300 socie, consumatrici tra i tra i 30 e i 45 anni, con una professione indipendente, amanti del buon gusto e del lifestyle della provincia italiana, attente alle nuove tendenze. La quasi totalità delle donne ama le grappe morbide, profumate e le monovitigno (78 per cento) e dimostra una grande curiosità sugli abbinamenti della grappa con i cibi.
Molto alta la richiesta di elaborare drink a base di grappa con i cocktail che possono così destagionalizzare il consumo".
"Le donne - commenta la presidente dell'Associazione Donne della Grappa Claudia Mazzetti - si sono rivelate come le estimatrici più preparate ed esigenti fino a rappresentare l'ideale 'bevitore meditativo' di grappa. Affascina l'alchimia del passaggio da vinacce maleodoranti al prodotto cristallino".
Una sfida imprenditoriale ampiamente colta dalle donne che fanno della grappa un simbolo dell'emancipazione imprenditoriale femminile con le figlie che succedono ai padri - sulla scia del precursore di questa tendenza Giannola Nonino - e che hanno saputo dare una veste nuova, anche nel packaging, al nostro distillato.
Nel corso di 20 anni di grape tasting al Vinitaly, racconta il presidente del Centro studi assaggiatori Luigi Odello, è più che raddoppiata, dall'11 al 25 per cento, la presenza femminile alle degustazioni; una passione che continua a crescere tra le nuove generazioni.
"Le donne amano le grappe floreali da vitigni aromatici - secondo una ricerca dell'Istituto nazionale
Grappa - di tutto il territorio nazionale, dal Gewürztraminer alla Malvasia puntinata del Lazio o quella siciliana. E le mogli non censurano più, ma anzi approvano l'eventuale acquisto di grappa su iniziativa maschile, prediligendo nello shopping le confezioni più lineari e semplici. Di gran fascino agli occhi femminili risultano anche le grapperie e i luoghi di produzione artigianale con alambicchi e mastri distillatori. Unico veto femminile è contro gli aromi pungenti al naso, stop ai pizzicori quindi, bene l'aromaticità e la complessità aromatica che rendono questo distillato nazionale come il più vicino al mondo femminile".
Un fascino in rosa internazionale, assicura al Trentino Top Wine la distillatrice di Santa Massenza di Vezzano Manuela Poli: negli ultimi dieci anni - spiega Poli - la grappa va per la maggiore nel mercato tedesco, in controtendenza col calo di amari e whisky; e sono le consumatrici tedesche a prediligere le monovitigno e la moscato invecchiata. Ultima frontiera di consumo femminile: i trattamenti di bellezza alla grappa.