mercoledì 21 febbraio 2007

L'ALCOL COME FATTORE DI RISCHIO di Filippo Giovannelli©

Affrontando l’alcol con un’approccio diretto alla potenzialità della molecola alcolica più presente nelle bevande, l'etanolo è un alcol a corta catena, noto anche come alcol etilico, la sua formula chimica è CH3CH2OH. Esso è completamente solubile ed è prodotto in natura dalla fermentazione degli zuccheri, è l'alcol più diffuso e l'unico adatto al consumo alimentare. Genericamente l’alcol è una sostanza tossica, ha potenzialità cancerogene e crea dipendenza.
Il consumo continuativo d’alcol è uno dei principali fattori considerati a rischio per la salute in generale. Bere è un comportamento acquisito, individuale e familiare e come tale può essere controllato, esso rappresenta comunque un rischio per il consumatore, per i familiari e per il contesto umano che si trova intorno al consumatore di alcol, compreso il luogo di lavoro.
In particolari situazioni di esalazioni e contatti con solventi chimici, metalli volatili e duri, inquinamento acustico, stanchezza, sonnolenza indotta, freddo ed altri fattori aggravanti, l’assunzione di alcol aumenta il rischio di sviluppare malattie, sia professionali che non, l’alcol può esporre a forti rischi di incidenti o infortuni. E’ fondamentale quindi la parte preventiva, soprattutto negli ambienti lavorativi, Alcol e lavoro sono due contesti che non vanno d’accordo.
Se il consumo occasionale di alcol o anche un singolo abuso, non viene valutato nella giusta maniera e non abbastanza arginato nel contesto lavorativo, può essere causa incidenti anche gravi. Un po’ di dati:
Il fattore di rischio rappresentato dall’abuso d’alcol lo si può distinguere come generico e specifico.
□ Il 10-12% di tutti i lavoratori con età maggiore di 16 anni ha problemi legati all’abuso o alla dipendenza da alcol (fonte: (ILO) Organizzazione Internazionale per il Lavoro);
□ Il 45% dei manager ha un abuso occasionale o continuativo di alcol (fonte: (GIDP-HRD) Associazione Dirigenti Risorse Umane);
□ Gli incidenti stradali a seguito dell’assunzione di alcolici (infortunio “in itinere” più infortunio in orario di lavoro), rappresentano più dell’11% dei circa 940.000 infortuni sul lavoro all’anno in Italia.

L’alcol non è un cibo come la pasta o la carne, nel senso che non alimenta l’organismo, non è necessario all’organismo. Esso apporta un grado calorico minimo (7 kcal per grammo).
Gli organi del corpo umano che sono più danneggiati dall’abuso di alcol sono il fegato e il sistema nervoso centrale. Anche se consumato saltuariamente e in piccole dosi, l’alcol può indurre sonnolenza, in particolar modo dopo i pasti. Altre sono le malattie in cui l’alcol è concausa importante: cirrosi epatica, alcolismo, psicosi alcolica, intossicazione etilica, gastrite alcolica, cardiomiopatia e polineuropatia alcolica, stroke emorragico, sindrome feto-alcolica ecc. Non trascurando atti di violenza intenzionale sia verso se stessi che verso gli altri, suicidi, violenza familiare, crimini violenti, comportamenti criminali e danni prodotti alle persone in quanto vittime, inclusi il furto e lo stupro. Il quadro pare allarmistico ma dobbiamo confrontarci seriamente con la realtà.
Evitarlo è semplicemente un gesto di buon senso dovuto alla responsabilità dell’individuo. Ecco perché il consumo consapevole dell’alcol dovrebbe essere una parte fondamentale degli scopi sociali di ogni associazione e status di gruppo. La riduzione dei danni causati dall'alcol è, attualmente, una delle più importanti azioni di salute pubblica che gran parte degli Stati Europei si preparano a realizzare per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini.

Polignano a Mare patria dei golosi con cioccogelato Fest

Da: Primapress.it 21/02/07
POLIGNANO A MARE (BARI) - Tutti pazzi per il gelato al cioccolato. Si chiama Cioccogelato fest ed è l’unica rassegna del Sud Italia di gelato al cioccolato coniugato al plurale se le aromatizzazioni sono in modi 25 diversi. Polignano diventa così per un mese (dal 1 marzo al 1 aprile 2007) la vera patria dei golosi. Sulle sponde care all’indimenticato Domenico Modugno il gelato di rango rilancia la rivincita del mantecato al gusto più buono del mondo. Il corroborante cioccolato. L’IDEATORE di questa strabiliante manifestazione è Vito Calogero, 52 anni, gelataio da un quarto di secolo. La sua idea prenderà forma nei coni (anch’essi ricopertidi cioccolato e praline) distribuiti nelle sue due gelaterie di via Dogali: l’Irvi’s Cafè (2005) e l’ormai storica gelateria Bella Blu (1984). «Il mio intento è quello di stupire la gente dimostrando che anche un solo gusto – dice Calogero – aromatizzato in diversi modi, se il gelato è sano, genuino, fatto con cura, senza grassi vegetali e deidrogenati, lo rende ottimo e crea un piacevole imbarazzo della scelta».

IL GELATO SI FA PIÙ BUONO in questo caso perché una parte del ricavato (il prezzo del cono non subisce nessuna maggiorazione) viene destinata all’Ant, Associazione nazionale tumori, di Polignano a mare.
I 25 GUSTI DEL GELOCIOCCOLATO. Alla cannella, chiodi di garofano, con lo sconvolgente peperoncino (per chi ha fede in un gelato afrodisiaco come usava Montezuma prima dei rapporti amorosi), zenzero (per i salutisti), la menta (come piace ai britannici), ma anche gelati al cioccolato aromatizzati alla frutta, come la pera Williams, al succo d’arancio con scorze candite, agli agrumi di Sicilia (un buon modo per fare mangiare frutta ai bambini svogliati). In un mese verranno prodotte 3 tonnellate di gelato, pari a 2mila litri di latte che tradotti in coni gelato fa 300mila. Messi in fila arriverebbero da Polignano a Mare al Duomo di Milano. Numeri da capogiro e c’è solo l’imbarazzo della scelta, basti pensare che con un goccio di Rum, di Grand Marnier, di Whisky o di liquore al cioccolato, il cornetto diventa alcolico e intrigante perché solo per adulti. Non mancheranno, per chi gradisce, le spruzzatine di grappa spray Alexander-Bottega, grappa bianca di Moscato e grappa barricata a scelta. Così il cono fa davvero girare la testa. E per gli intenditori più pignoli, che misurano a vista la massa di cacao presente, il gelato al cioccolato diventa fondente, al latte o bianco. Il tocco di granella, un topping alla frutta o un tocco di Nutella con biscottino, dà una marcia in più al gusto e mette tutti d’accordo.
IL 4 MARZO ALLE 20.30, inoltre, il Cioccogelato fest entra nel vivo con un evento che vede la partecipazione dell’ex sindaco Simone Di Giorgio e del suo assessore al Turismo Modesto Degirardis a cui Calogero consegnerà una targa per aver valorizzato il gelato nella scorsa estate. Invitato ovviamente anche l’attuale commissario prefettizio Mario Volpe. La politica questa volta non c’entra, solo la voglia di stare tutti insieme con la cittadinanza polignanese, e con chi vorrà venire dalle altre parti della Puglia perché Vito Calogero donerà un palloncino ai più piccoli e rilancia il suo progetto di erigere un monumento al gelato di Polignano all’ingresso della città convinto com’è che il vero ombelico del mondo sia in quel cono da passeggio, croccante cialda ricoperta dal deciso gusto di un crema realizzata con la complicità di “Mister Gelo” devoto al Teobroma (nome greco del cioccolato) il “cibo degli déi” e… dei più golosi.

mercoledì 14 febbraio 2007

Le Grappe Valdostane alla conquista del mercato estero

(ANSA) - AOSTA, 14 FEB 2007 - ''Pur essendo prodotta in quantita' limitata la grappa valdostana e' di alta qualita' ed e' apprezzata anche all' estero, in particolare in Brasile, a New York e in Giappone''.
A promuovere l' acquavite 'made in Vda' e' Franco Zublena, presidente dell' Istituto tutela della grappa della Valle d' Aosta, con sede a Saint Marcel, poco lontano dal capoluogo regionale. All' Istituto, nato nel 1994 proprio per promuovere il distillato valdostano, aderiscono i quattro maggiori produttori di grappa: la Cooperativa Caves de Donnas; la Caves des Onze Communes, la cooperativa la Crotta des Vignerons e la societa' La Valdotaine. Per l' anno in corso e' prevista l' adesione dell' Istituto agricolo valdostano.
''L' Istituto di tutela della grappa - continua Zublena - ne controlla l' autenticita' e opera per la sua valorizzazione economica e culturale''. Se prodotta con tecniche tradizionali, la grappa valdostana in bottiglia e' facilmente riconoscibile dall' etichetta con il marchio e la dicitura 'grappa della Valle d' Aosta' con l'indicazione del nome del produttore. La particolarita' delle grappe valdostane e' data dalla produzione monovitigno e dalla distillazione con alambicchi e caldaiette.
A confermare l' eccellenza del prodotto sono i titoli mondiali ottenuti dalla grappa di moscato di Chambave e Muller Thurgau e del Blanc de Morgex.
Mediamente, in Valle d' Aosta vengono prodotti circa 50.000 litri, commercializzati prevalentemente in bottiglie da mezzo litro; il fatturato si aggira attorno ai 500.000 euro. Il consumo e' prevalentemente locale ma da qualche tempo si sono parte finestre commerciali sulla Germania, Svezia e Canada. Alcune migliaia di bottiglie vengono commercializzate a New York; in Giappone ne sono state inviate 3.500 e 1.200 in Brasile a San Paolo e a Rio de Janeiro. (ANSA). MZ/FCO